Ci sono periodi nella mia vita in cui le coincidenze si accavallano, un filo conduttore le lega.
Negli ultimi giorni il filo di Arianna è stato ‘realtà e finzione’.
Per una come me che lavora con l’immagine, è un nodo focale.
Sono cresciuta cercando la consapevolezza, il cuore delle cose. Ognuno di noi, credo, abbia una strada un senso. Il mio è la verità nelle cose, nei rapporti, in me stessa.
Spesso ci raccontiamo bugie, storie, senza accorgercene, e così siamo capaci di viverci l’intera vita.

Non è colpa di nessuno se accade, spesso sono le convenzioni, l’educazione ricevuta, anche la religione, se ne abbiamo una. Ma abbiamo, comunque, la responsabilità di tirare fuori gli attributi.
Ho iniziato raccontando il senso dei miei ultimi giorni e ,appunto, oggi ho mollato tutto attratta dall’ultimo film di Garrone, Reality.La storia si svolge a Napoli, e gli attori bravissimi come in un film di Fellini, raccontano l’illusione della famosità.
Sarebbe facile relegare il tutto in una Napoli povera, macchiettistica, obesa e rumorosa.
Quasi che Napoli non fosse Italia, vera.
Invece c’è molto di noi tutti oggi.
Nella mamma truccata e stirata in attesa del figlio davanti alla scuola, nel papà quarantenne truccato da palestrato, c’è tanto della nostra quotidianità che non sa accettare gli anni (bellissimi) che passano.
La verità di un volto che ha vissuto, l’amore verso un vecchio che può insegnarti la strada, il senso di una vita vissuta in crescita.
Poi tornata a casa mi trovo davanti alla tv a ricordare la storia di Enzo Tortora.
Dopo 30 anni gli si rende giustizia.
Un uomo mite, educato, rispettoso, vero, ricco di senso.
Eppure le stesse qualità apparirono melense, bugiarde. Oggi più che mai qualità fuori moda.
Stasera ho pianto come non facevo da tempo.
Il mio cucciolo ha capito e mi ha consolato convulsamente.
Ho chiesto scusa a Tortora per aver creduto che fosse colpevole, o anche solo per essermene disinteressata, fidandomi delle notiziole qua e là.
Quanto dovremmo essere più presenti a noi stessi, quanto dovremmo essere più lucidi , umili. Quanto la finzione ci appare reale.
Quanto un cane può commuoversi più di un uomo e SENTIRE la sua anima vera?

_prima di sedermi e scrivere, ho pensato se avrei mai trovato le parole per dirlo, se in un blog di fotografia le parole fossero ‘consone’. ma io sono questa, e realtà e finzione sono il mio pane quotidiano.

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