Basta dare un occhio in giro e si vedono attività che chiudono, spazi che vengono dimezzati, serrande scese. L’Italia della provincia, che fino a pochissimo fa appariva ancora salva dalla recessione , sta smorzando i toni, per dirla con un eufemismo.

Eppure ultimamente ho fatto incetta di riviste sul matrimonio, e tutto mi è parso addirittura ridondante.

Il matrimonio perfetto dove non possono assolutamente mancare arredi barocchi, o finto povero molto radical chic.

E allora o ci si sposa al massimo o si rinuncia.

Non vi nascondo che ho riposto quelle riviste con un senso di fastidio.

Anacronistiche, perché sono sicura che è già in atto, non in Italia che arriva ahimè sempre qualche anno dopo, un nuovo modo di intendere la cerimonia, molto più accessibile,e soprattutto poetico.

Enzo Miccio che in Italia ha fatto scuola (ho frequentato anch’io un suo corso, tanto per nutrire la mia curiosità), maestro di eleganza, bisogna ricordare che lavora per i pochi che possono veramente permetterselo.

Allora bisogna trovare un compromesso,che io penso interessante.

Bisogna trovare un’altra strada.

Se peso qualche chilo in più, sbaglio se mi ostino a indossare vestiti che non mi donano perché così è di moda. Posso essere bellissima valorizzando i miei talenti.

E così è per il matrimonio. Spero e credo, che ci sarà una poetica inversione.

Più intimità.

Less is more.

1 Comment0
  1. Silvia
    Silvia
    11 Feb 13

    La semplicitá, se ben valorizzata, puó regalare la perfezione. E si ricorda molto di piú di uno sfarzo pacchiano. I protagonisti dovrebbero essere gli sposi, l’amore, la gioia…come ci racconti nelle tue foto. Non il vestito, le posate, le sedie e il buffet chilometrico…quello dura meno di un giorno!

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